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LE IMPRONTE DI DINOSAURO A CASERA CASAVENTO PARCO NATURALE REGIONALE DELLE DOLOMITI FRIULANE

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Mi ripeto abbastanza spesso che non è necessario andare negli Stati Uniti, in Cina o in Alaska (vedi questo post) per fare esperienza di luoghi affascinanti che conservano tracce della presenza di dinosauri. Anche se siamo attratti da viaggi in luoghi lontani, talvolta bastano poche ore di automobile per essere catapultati indietro nel tempo, al tempo in cui questi rettili popolavano antichi ambienti.

Con questo pensiero, pochi giorni fa partendo da Trieste ho raggiunto il paese di Claut, nell'alta Val Cellina in provincia di Pordenone, dove nel 1994 è stato scoperto vicino a Casera Casavento, casualmente dal Sig. Giampaolo Borsetto, un sito paleontologico di interesse nazionale: delle impronte fossili di dinosauro.



Come ci si arriva?
Giunti al paese di Claut, sempre in automobile, si risale per la strada lungo il Torrene Cellina, fino a Lesis. Qui si può decidere se proseguire a piedi per circa 5 km su una pista forestale a transito regolamentato o pagare un ticket per parcheggiare l'auto invece alla fine della strada allo sbocco della Val di Gere.






L'itinerario escursionistico indicato dal numero CAI 966 gode di un evidente e chiara segnaletica curata in tutta la zona delle montagne del Gruppo del Monte Pramaggiore dal Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane
Dopo qualche centinaio di metri su una semplice carrareccia adatta anche ai bambini raggiungerete Casera Casavento a quota 980 m, adibita a rifugio e ad agriturismo.

Incontrerete immediatamente sulla vostra sinistra un tabellone che vi indirizzerà sul sentiero lungo il vicino torrente, chiamato Ciol de Ciasavent.








Pochi passi e alla fine del sentiero un ulteriore segnaletica vi indicherà il masso (in primo piano nella foto) sul quale si sono fossilizzate le impronte di un dinosauro vissuto all'incirca 200 milioni di anni fa, nel Triassico superiore

Era probabilmente un teropode, cioè un dinosauro bipede e carnivoro. L'impronta più grande ed intera di tre dita è lunga 35 cm e larga 23 cm. Si è fossilizzata in una roccia costituita da dolomie chiare stratificate appartenenti alla Formazione Dolomia Principale. Il masso caduto dalle rocce soprastanti è in una zona un po' pericolosa in quanto soggetta a caduta massi. Fate attenzione!






Oltre all'impronta più evidente indicata con il numero 1, quella del piede sinistro, sul masso si intravvedono anche altre 2 impronte: la numero 3 della mano sinistra e la numero 2 del piede destro.





Generalmente le tracce si osservano meglio nel momento in cui la luce del sole le illumina in modo radente, dunque al mattino presto o alla sera. Ma se dovreste arrivare sul luogo con comodo nelle ore centrali della giornata allora basta bagnare il masso con un po' d'acqua del torrente e compariranno immediatamente.



A conclusione della giornata ritornando a Claut andate a visitare il nuovo centro visite del Parco naturale delle Dolomiti Friulane inaugurato il 2 giugno, dove è allestita la mostra tematica "Vent'anni di passi di dinosauro 1994-2014", realizzata negli anni '90 dal professor M. Tonon.



Link utili :

CAIUAJARA DOBRUSKII: NUOVA SPECIE DI PTEROSAURO BRASILIANO

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Caluajara dobruskii - illustrato da Maurilio Oliviera-Museu National UFRJ
Nel sud del Brasile è stata segnalata per la prima volta la presenza di nuovi fossili di pterosauri del Cretacico. La scoperta di eccezionale rilevanza getta nuova luce sugli aspetti biologici e sociali di questi rettili volanti. Difatti la specie Caiuajara dobruskii viveva in colonie in zone desertiche, vicino a delle oasi. Questi rettili volanti appartengono alla famiglia Tapejaridae che è caratterizzata da tratti distintivi del cranio e dal fatto che fossero mancanti di denti, probabilmente frugivori.




Finora resti di pterosauri del Cretacico erano stati rinvenuti nella parte nord-orientale del Brasile nelle formazioni rocciose di Crato e Romualdo. Ora questa nuova scoperta è avvenuta nella periferia di Cruzeiro do Oeste nel Brasile meridionale nella formazione rocciosa Goio-ere in depositi sedimentari sabbiosi appartenenti ad un ambiente desertico con la presenza di zone umide interdunali.
Centinaia di ossa di Caiuajara dobruskii
Il team di ricercatori brasiliani, sulla base di correlazioni stratigrafiche ha determinato l'età in cui sono vissuti che va dal Turoniano al Coniaciano basale
La determinazione di questa nuova specie è avvenuta grazie ad una descrizione dettagliata di 3 livelli stratigrafici rinvenuti a distanza di mezzo metro contenenti centinaia di ossa ed un ultimo quarto livello con elementi ossei isolati. Questo gran numero di esemplari, sicuramente 47, di diverse età, piccoli, subadulti e adulti ha permesso ai ricercatori di studiare e comprendere meglio come questa nuova specie vivesse. Infatti hanno ipotizzato che si comportavano in maniera gregaria vivendo in colonie. 

I campioni raccolti finora purtroppo non hanno portato ad una definizione certa della variazione alare. Però confrontando le dimensioni degli elementi del cranio con altri esemplari di tapejaridi si potrebbe stimare l'apertura alare di Caiuajara dobruskii tra i 0,65 e 2,35 metri.
Come altri pterosauri questa nuova specie brasiliana ha una cresta triangolare sul capo, che sembra che cresca in dimensioni man mano che l'esemplare matura (foto, in colore chiaro l'individuo più giovane, in colore marrone l'esemplare adulto).
I paleontologi sospettano che l'area di rinvenimento di poco più di 20 metri quadrati fosse una zona di accumulo di ossa che dopo essere state esposte per un breve periodo e disarticolate, siano state sottosposte a selezione idraulica, deponendosi sul fondo del lago dove si sono conservati.

E' probabile che tale regione brasiliana fosse abitata da queste "lucertole volanti" per periodi prolungati e che potessero migrare.


Fonte:

AMPLIAMENTO DELLE CONOSCENZE PALEONTOLOGICHE SULLA FAM. AZHDARCHIDAE - PTEROSAURI DEL CRETACICO

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Un paleontologo dell'Istituto dell'Accademia Russa delle Scienze ha condotto un nuovo studio paleontologico sulla diversità e distribuzione dei pochi frammenti ossei provenienti da tutto il mondo della famiglia Azhdarchidae, un gruppo di pterosauri del Cretacico.





Finora gli "Azhdarchidae" rappresentavano un incubo nella mente dei paleontologi, in quanto purtroppo i fossili di pterosauri sono difficili da trovare poichè le loro ossa piuttosto fragili, vengono distrutte o frantumate prima che inizi il processo di fossilizzazione. La maggior parte dei taxa infatti venivano classificati sulla base di poche ossa frammentarie o di pochi scheletri mal conservati; tra l'altro alcuni di questi materiali aspettavano di essere studiati da quarant'anni. Ora finalmente si è compreso qualcosa di più.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Zookeys, a differenza dei pterosauri precedenti, questi non avevano denti. "Ciò riflette a quanto pare alcuni cambiamenti fondamentali negli ecosistemi del Cretacico che ancora non si comprendono" riferisce l'autore dello studio Alexander Averianov. Questi antichi rettili che dominavano i cieli del Cretacico vantavano un'apertura alare che variava da un metro a un metro e trenta centimetri. Popolando antichi ambienti marini costieri o laghi o fiumi, il ricercatore ha dedotto inoltre che fossero più comuni di quanto si pensasse.

Fonte:

Altri articoli su pterosauri:
Caiuajara dobruskii: una nuova specie di pterosauro brasilano

IMPRONTE E NIDI DI RETTILI ARCOSAURI IN VAL DOGNA - UDINE

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Invidiamo a tutto il mondo giacimenti fossiliferi di estrema importanza che restituiscono alla scienza dinosauri, rettili volanti, rettili marini, impronte, nidi, uova. Come ho già ricordato in un precedente post, non sempre è necessario prenotare un aereo per raggiungere questi luoghi...

Sapevate che anche in Italia si sono ritrovati delle impronte e dei nidi di antichi rettili del Triassico?

Starete pensando che sono irraggiungibili perché posti in un luogo montano inaccessibile e poco adatti ad una escursione di famiglia con bambini. SBAGLIATO!

Sono stati scoperti una ventina di anni fa nella Val Dogna in provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia, quindi per qualcuno vicini, forse per qualcun altro lontani, ma sempre in Italia! E comunque raggiungibili da chiunque abbia un po' di sana curiosità e appetito paleontologico.

Sono UNICI AL MONDO e appartengono a rettili di arcosauri.


Come ci si arriva?
Dopo aver raggiunto il paese di Dogna, percorrendo la Val Dogna, si raggiunge l'abitato di Chiout di Puppe. All'incirca dopo un chilometro, lungo la strada che porta a Sompdogna si scorge sulla destra della strada una sbarra rossa con una strada sterrata che porta al Torrente Dogna. Parcheggiata l'auto si scende e si arriva ad una piccola centrale idroelettrica. Da questa si risale il torrente per poche centinaia di metri; i nidi, che risaltano all'occhio quando sono illuminati da luce radente si trovano sul lato orografico destro.

ATTENZIONE il sito paleontologico non è segnalato da alcuna cartellonistica.

La scoperta come al solito venne fatta casualmente. Fu il corpo Forestale Regionale a segnalare nel lontano 1994 la probabile presenza di orme esposte su una superficie rocciosa di poco spessore. 
La lastra di dolomie grigie intercalate con marne scure, appartenenti alla Formazione rocciosa del Monticello, del Carnico superiore, Triassico poggiava sul versante destro della valle scavata dal torrente. Rischiavano di essere danneggiate e pertanto vennero asportate nel 1996. Il pezzo inferiore della pista di orme dopo 2 anni era già stata sepolta dai sedimenti delle piene, pertanto è rimasta in loco, ma non è visibile. 
A poca distanza dal ritrovamento delle impronte i paleontologi si accorsero di uno strato roccioso che presentava delle depressioni piuttosto grandi di forma circolare delimitate da un bordo rilevato. Queste strutture particolarissime dopo qualche anno sono state studiate ed interpretate come nidi fossili degli antenati oggi estinti degli attuali coccodrilli.


Appartenevano probabilmente agli autori delle orme fossili ritrovate poco distanti dallo strato con i nidi, a degli  arcosauri, forse al gruppo degli etosauri, rettili vegetariani del Triassico superiore di 220 milioni di anni fa. I nidi hanno un diametro di 1 - 1,5 metri ed una profondità che varia da 5 a 20 centimetri. Si distinguono dalla roccia in quanto hanno un bordo roccioso rialzato. Al loro interno non si sono ritrovati resti di uova.

Da mettere in preventivo per completare l'escursione, anche una visita al Museo del Territorio di Dogna, dove sono esposte nella sezione paleontologica le orme dell'arcosauro trovate nel greto del torrente Dogna. Si possono scorgere 2 piste e alcune orme sparse lasciate da più individui. Essendo simili tra loro è probabile che siano state impresse da individui dello stesso tipo di arcosauri. Erano quadrupedi, con un corpo abbastanza largo e si muovevano sollevando il ventre e la coda. Il movimento era simile a quello di una iguana attuale.
Messaggero Veneto - "Tra i nidi degli antichi coccodrilli della Val Dogna"

Per visitare il Museo del Territorio di Dogna:
Dal 15 luglio al 31 agosto 2014, ogni sabato e domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00

Le persone interessate ad effettuare una visita potranno rivolgersi all'Ufficio di Informazione e Promozione Turistica del Comune di Dogna
Tel. 0428 93000 
Cell. 347 9061858

GUIDA PRATICA PER LA FOTOGRAMMETRIA IN PALEONTOLOGIA

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Segnalo in primis agli esperti, poi agli appassionati ed infine ai praticanti curiosi della Paleontologia una "Guida pratica alla fotogrammetria in Paleontologia", pubblicata a luglio 2014 sul numero 12 di "Journal of Paleontological Techniques" da Heinrich Mallison del Museum fur Naturkunde di Berlino e da Oliver Wings del Niedersachsisches Landesmuseum di Hannover.
Vengono presentate in modo semplice ed essenziale le tecniche utilizzate in Paleontologia per la manipolazione dei campioni, la movimentazione delle foto e delle immagini con il software di fotogrammetria.

Si può scaricare gratuitamente in PDF a questo link.

Fonte:
www.dinosaurpalaeo.wordpress.com  blog di Paleontologia di uno degli autori Heinrich Mallison

UN TYRANNOSAURUS REX CHIAMATO "SUE" - "DINOSAURO 13"

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Come ormai saprete molto bene il dinosauro "Antonio" ovvero Thetyshadros insularisè l'unico della sua specie al mondo, è l'unico dinosauro completo in Europa ed è stato rinvenuto integro al 98% (vedi "Sulle tracce del dinosauro").

Ma qual è invece lo scheletro del Tyrannosaurus rex più completo ritrovato al mondo? E' quello di "Sue", la più grande scoperta paleontologica del XX secolo

Mai sentito? Vi racconto brevemente la sua storia.


Era il lontano 1990. In un lontanissimo posto del Nord America nella zona occidentale del Sud Dakota un gruppo di ricercatori di fossili del Black Hills Institute aveva in corso uno scavo paleontologico nella riserva indiana del Cheyenne River
Faceva parte di questo gruppo anche Susan Hendrickson

La ricerca in quell'estate torrida aveva portato alla scoperta di ossa di un Edmontosaurus. Felici e pronti per andare a casa, quella mattina del 12 agosto 1990 una gomma del camion si sgonfiò. Mentre alcuni di loro andavano a cambiarla nella città più vicina, Susan decise di esplorare con il suo cane Gypsy dei pendii che non erano mai stati esplorati dal gruppo, sapendo che il Cheyenne River avrebbe potuto riservare delle sorprese dal punto di vista delle grandi scoperte. 

La zona era già conosciuta per aver restituito importanti fossili. Camminando per 2 ore e per 7 miglia arrivò in un'area rocciosa al di sotto di un pendio. Distinse sul terreno grigiastro dei pezzi di ossa di un marrone scuro piuttosto evidenti. Guardò in alto sulla parete del versante roccioso e osservò delle ossa più grandi sporgere. Erano delle vertebre, delle costole e un osso della gamba. Susan pensò immediatamente che ci potevano essercene delle altre all'interno degli strati rocciosi. Si accorse ad un esame più attento che le ossa potevano appartenere ad un dinosauro carnivoro. Tempo prima erano stati rinvenuti alcune parti ossee di almeno 11 esemplari di scheletri di Tyrannosaurus rex in zona. Però di solito emergevano dal terreno soltanto poche ossa.

Tornando al campo base con 2 piccoli pezzi fossili, avvisò subito i compagni di scavo e l'istituto di ricerca. Raggiunto in breve tempo il luogo di questa scoperta tutti concordarono che si trattava di un Tyrannosaurus rex

Decisero di chiamare il dinosauro SUE, in onore alla scopritrice!

Ma l'eccitazione di tutti arrivò alle stelle quando videro iniziando a scavare che gran parte di quel dinosauro si era conservato. Di solito non emergono mai individui interi nella loro struttura ossea, ma in questo caso il fossile era completo al 80%. Spesso i reperti si trovano disarticolati o rotti, questo era pressochè perfetto! E' possibile che questo esemplare sia stato ricoperto di fango subito dopo la sua morte, dando inizio a quel lento processo di fossilizzazione ed impedendo così ad altri animali di portare via le ossa. Dopo aver completato lo scavo che portò alla luce un cranio con tutti i denti intatti lungo quasi 5 metri l'intero scheletro in eccellente stato di conservazione, incamiciato nel gesso, venne portato Black Hills Institute. Qui cominciarono la preparazione del fossile.

Dopo poco tempo cominciò una disputa legale su chi fosse il legittimo proprietario del reperto: forse il proprietario del terreno Maurice Williams? forse il Black Hills Institute che sotto la direzione del paleontologo Peter Larson aveva pagato il proprietario per scavare fossili? forse i nativi americani della tribù dei Sioux, ai quali apparteneva M. Williams? o forse il governo degli Stati Uniti?

Dopo un lungo processo nel 1995 i resti fossili sono stati ritenuti appartenere al proprietario M. Williams, che ha deciso di metterli all'asta da Sotheby's al miglior offerente. 

Il 4 ottobre del 1997 il "The Field Museum" di Chicago decise di acquistare" Sue" con un sostegno finanziario di singoli privati e aziende importanti come McDonald's per la cifra di 8 milioni di dollari.

La vicenda ora è diventata un lungometraggio, dove si racconta la storia in tutti i suoi aspetti. "Dinosauro 13" questo è il titolo, pone l'accento non sui rettili mesozoici ma sulle difficoltà che sono state affrontate da questi ricercatori di fossili e di come privati ed aziende abbiano avuto a cuore tutti insieme la ricerca scientifica.

Il trailer di "Dinosauro 13":



http://www.dinosaur13movie.com/ 
Google+:+SUEtheTREX 

VECCHI LIBRI CON VECCHIE INTERPRETAZIONI: IL CASO DEL BRACHIOSAURO

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Lo spunto per questo breve post mi è venuto sfogliando con mio figlio un vecchissimo libro sugli animali preistorici. Faceva parte della collana per bambini "Conoscere gli animali" e si intitolava "Animali preistorici" della Casa Editrice Malipiero - 1973.

Guardate la foto accanto, questo brachiosauro veniva rappresentato come un dinosauro acquatico, con quella sua massa enorme camminava appoggiando le zampe sui fondali marini allungando il collo al di fuori della superficie marina come fosse un periscopio.

La didascalia dice "Il brachiosauro, per il suo peso enorme, non poteva vivere sulla terraferma. Rimaneva perciò quasi sempre immerso nell'acqua fino al collo, nutrendosi essenzialmente di piante acquatiche e avventurandosi sulla riva solo per deporre le uova".

Che vitaccia, povero brachiosauro!





Ovviamente la rappresentazione del modo di vivere del brachiosauro nel mio vecchio libro ormai è superata. Questi enormi sauropodi ormai estinti sono considerati dei dinosauri terrestri erbivori vissuti durante il tardo Giurassico.

Ma l'immagine del vecchio libro traeva spunto dalla teoria dei "dinosauri nuotatori" formulata dal paleontologo Roland T. Bird nel 1944. Questo paleontologo, verso la fine degli anni '40 del XX secolo era andato a studiare delle impronte di sauropodi, intorno al fiume Paluxy nella Formazione Glen Rose nel Texas. Nell'articolo pubblicato nel 1944 sulla rivista Natural Hystory ipotizzò che quelle tracce fossili fossero costituite unicamente da impronte riferite alle zampe anteriori di un sauropode poiché quelle posteriori erano completamente assenti. Sostenne che il sauropode che aveva tracciato quelle impronte non poteva sostenere il suo peso sulla terraferma, quindi concluse che la sua vita fosse quasi completamente acquatica. 
Da tale suggerimento in seguito per molto tempo si pensò che tutti i sauropodi nuotassero appoggiando sul fondale marino soltanto le zampe anteriori facendo galleggiare quelle posteriori. In pratica utilizzavano la coda per equilibrare l'ingente peso del loro corpo, pertanto le tracce degli arti posteriori galleggianti risultavano inesistenti.

Soltanto recentemente poi negli anni '90 alcuni paleontologi confutarono questa ipotesi dimostrando che le impronte analizzate da R.T. Bird erano in realtà delle sub-impronte. Le impronte studiate non erano delle impronte complete, bensì delle sub-impronte, ovvero quello che rimaneva delle tracce negli strati rocciosi più profondi poichè la parte più superficiale era stata sottoposta ad erosione.

Questo concetto infine venne messo in dubbio anche quando uno studio dimostrò che, se l'animale si fosse immerso per diversi metri in acqua la pressione avrebbe compresso i polmoni e le vie aeree fino al collasso.

Le continue ricerche paleontologiche quindi su come vivessero questi grandi rettili hanno affossato la teoria dei "dinosauri nuotatori" portando il Brachiosaurus ad essere uno dei più enormi giganti terrestri dal collo lungo mai vissuti nel passato.

R. T. Bird, 1944 "Did Brontosaurus ever walk on land?" - Natural History, New York, v. 53, p. 61-67
M. G. Lockley & A. Rice, 1990 "Did "Brontosaurus" ever swim out to sea? Evidence from brontosaur and other dinosaur footprints" Ichnos, 1: 81-90.

EVOLUTIONARY EDITION: L' EVOLUZIONE DELL'"ORIGINE DELLE SPECIE" DI DARWIN

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Da pochi giorni spicca sulla mia scrivania un libro insolito, prezioso per chi come me è appassionato di scienze ed è un convinto sostenitore dell'evoluzione. E' arrivato il giorno del mio 46esimo compleanno, in un pacchetto sobrio senza fronzoli, dato il suo contenuto così...rivoluzionario. L'artefice di questa sorpresa è stato mio marito che con un colpo dritto al cuore ha saputo sorprendermi ancora dopo 29 anni insieme :-)))

È una copia del libro di Charles Darwin "L'origine delle specie", una copia molto speciale, la EVOLUTIONARY EDITION di Simon Phillipson. 
Durante la sua vita il padre dell'evoluzione ha pubblicato 6 edizioni di questo libro e ogni volta ha modificato, revisionato, integrato o cancellato alcune parti. Difatti per esempio, il titolo del libro in origine era intitolato "Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione della razze favorite nella lotta per la vita" mentre nella sesta edizione è stato ridotto a "L'origine delle specie". 
Ora grazie ad un'idea rivoluzionaria del graphic designer S. Phillipson in questa edizione del libro sull'evoluzione si possono scorgere tutti cambiamenti linguistici di Charles Darwin introdotti dal 1859, anno della pubblicazione della prima edizione, fino alla sesta edizione pubblicata nel 1872.  


Potremmo definirlo l'EVOLUZIONE DEL LIBRO SULL'EVOLUZIONE.  


Ha 964 pagine. Quelle a sinistra contengono in color bronzo matallico tutte le parole, le frasi o i paragrafi modificati, rimossi o aggiunti dall'opera iniziale del 1859 fino alla quinta edizione.  Mentre quelle a destra mostrano il testo integrale dell'ultima e sesta versione del 1872 con delle parole evidenziate sempre dello stesso colore bronzeo corrispondenti al testo di sinistra. 
Con una attenta lettura si scorge l'evoluzione del pensiero di C. Darwin nel corso di 13 anni. Sottoposto a pressione da parte degli insistenti attacchi della religione si intravvede dai cambiamenti di tipo grammaticale o ortografico la figura di un uomo tormentato e in preda al dubbio.

Questo concetto nuovo ed originale di presentare uno dei testi scientifici fondamentali per gli esperti è stato possibile grazie ad un crowfunding promosso nell'estate del 2013 sul sito web kickstarer.com. L'idea geniale è partita proprio dal designer grafico S. Phillipson. La sua proposta ha raccolto in poco tempo 6 volte la cifra di base richiesta grazie al finanziamento di 780 sostenitori...tra cui mio marito, che a mia insaputa ha nascosto il libro in casa fino a farmi spuntare una lacrimuccia il giorno del mio compleanno. GRAZIE!

NUOVI ORARI INVERNALI 2014 - 2015 DEL SITO PALEONTOLOGICO DEL DINOSAURO ANTONIO

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Ricostruzione artistica del dinosauro Antonio - Tullio Perentin

Ecco i nuovi orari di apertura del sito paleontologico del dinosauro Antonio di Villaggio del Pescatore, Trieste , validi per il 2014 - 2015.

Le guide della Cooperativa Gemina saranno presenti in loco nelle giornate e negli orari stabiliti qui sotto, ma è possibile anche prenotare delle visite infrasettimanali per le scuole e gruppi turistici da 8 persone in poi.





Settembre 2014
Sabato 14.00 - 18.00
Domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00

Ottobre, novembre, dicembre 2014
Domenica 10.00 - 17.00

Gennaio, febbraio 2015
Chiuso

Marzo 2015
Domenica 10.00 - 17.00

Aprile, maggio, giugno 2015
Sabato 14.00 - 18.00 

Domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00

SCOPERTE UOVA DI SQUALO FOSSILI NELLO YORSHIRE

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Uovo di squalo - Credit: Manchester University
Squali, paludi e una foresta pluviale tropicale brulicante di vita... non è quello che viene in mente quando si pensa all'antica contea dello Yorkshire in Inghilterra. Ma proprio in questa zona esattamente a Doncaster, per la prima volta è stato rinvenuto un uovo fossile di squalo assieme ad alcune piante fossili ed i relativi bacelli con semi, bivalvi, pesci, coproliti, granchi ed altre creature in noduli sideritici e scisti.
La zona vocata da sempre all'estrazione del carbone ha restituito alla Paleontologia un altro importante giacimento di fossili del Carbonifero inferiore, risalente a 310 milioni di anni fa, localizzato in una miniera abbandonata da tempo.

 
Uovo di squalo attuale - Wiki
È rarissimo ritrovare un uovo di fossile di squalo, ma questa volta è accaduto. Gli embrioni degli squali che depongono le uova, cioè gli squali ovipari, vengono protetti in natura da un contenitore morbido che viene chiamato "borsellino delle sirene" che quasi mai si fossilizza.

Dalle foto del post si osserva sopra il resto dell'uovo fossile, qui accanto un uovo di squalo attuale.

La scoperta è stata pubblicata su Geological Journal da un team di paleontologi inglesi. Questi fossili del Carbonifero inferiore aprono un ulteriore finestra nelle oscure profondità del tempo, quando le terre emerse erano abitate da insetti di dimensioni enormi, che i ricercatori sperano di scoprire in futuro con altre campagne di scavo. Questo è l'unico punto dove si possa ancora scavare, dato che gli altri affioramenti sono ormai diventati dei parchi.
Uno degli autori ha la speranza che tutti i fossili rinvenuti in passato dai minatori di carbone vengano restituiti alla scienza per essere studiati e mostrati a tutti. 
 
Fonte:
Dean R. Lomax, Peter Robinson, Christopher J. Cleal, Alistair Bowden, Nigel R. Larkin 
Exceptional preservation of Upper Carboniferous (lower Westphalian) fossils from Edlington, Doncaster, South Yorkshire, UK.  Geological Journal, 2014..; DOI: 10.1002 / gj.2602

IL MOSASAURO FINITO NEL GUINNESS DEI PRIMATI

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La Canadian Fossil Discovery Centre di Morden, Manitoba, da sempre ospita la più grande collezione di fossili di rettili marini rinvenuti in Canada. Ma da qualche giorno è nel libro dei Guinness dei Primati per avere in mostra il più grande fossile di mosasauro di tutto il mondo.

 



Il Direttore esecutivo del C.F.D.C. Peter Cantelon, dopo aver svolto la ricerca paleontologica che ha portato alla classificazione del mosasauro appartenente alla specie Tylosaurus pembinenesis ha pensato che sarebbe stata una buona idea iscrivere il fossile al Guinness World Records.
Ora al C.F.D.C. l'entusiasmo è a mille. Questo mosasauro è il reperto fossile più lungo tra tutti i mosasauri rinvenuti al mondo. 

Lo chiamano affettuosamente "Bruce", ha una lunghezza di poco più di 13 m ed è completo al 70%. E' stato scoperto a nord di Thornill nel 1974 e ci sono voluti quasi due stagioni complete di scavi per estrarre le ossa dal luogo del ritrovamento. 



SCOPERTO NUOVO ADROSAURO AMERICANO CON CRESTA CARNOSA: RHINOREX CONDRUPUS

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Cranio e ricostruzione del Rhinorex condrupus 
E' stata scoperta una nuova specie di adrosauro nello Utah centrale in America, un lontano cugino del dinosauro Antonio. 
L'hanno chiamato Rhinorex condrupus in virtù di una sua caratteristica veramente peculiare: una cresta carnosa posizionata sopra il suo muso (Foto a fianco - cranio e ricostruzione - Image credit: Terry A. Gates / Rodney Scheetz).

L'articolo pubblicato sulla rivista Journal of Systematic Palaeontology dai paleontologi della North Carolina State University e della Brigham Young Universityè stato scoperto negli anni '90, quindi addirittura nell'altro secolo, nella Formazione rocciosa sedimentaria di Neslen nello Utah

Studiato in principio per le rare e ben conservate tracce fossili della pelle, dopo un po' di tempo dissepellendo il cranio dalla matrice, i ricercatori si sono accorti di una strana protuberanza carnosa, come un enorme naso mai osservato prima in altri adrosauri rinvenuti nella stessa formazione rocciosa. Vista l'eccezionalità di questa caratteristica hanno istituito una nuova specie di adrosauro del Cretacico superiore risalente all'incirca a 75 milioni di anni fa, andando a riempire un'altro ramo evolutivo della famiglia Hadrosauridae.

Il Rhinorex era lungo all'incirca 9 m e si stima pesasse 4 tonnellate, viveva in un ambiente costiero paludoso ed era erbivoro, come tutti gli adrosauri del Cretacico. Questo grande naso veniva utilizzato probabilmente per richiamare gli esemplari della sua specie o per spezzare i vegetali durante i pasti.

Significato del nome della specie
rhino dal greco "naso"
rex dal latino "re"
condo dal latino "seppellito"
rupes dal latino "rocce"
quindi Rinorex condrupus, significa il re dei dinosauri con naso seppellito nelle rocce 

Fonte:
Terry A. Gates & Rodney Scheetz. A new saurolophine hadrosaurid (Dinosauria: Ornithopoda) from the Campanian of Utah, North America. Journal of Systematic Palaeontology, published online September 17, 2014; doi: 10.1080/14772019.2014.950614

NUOVO ANCHILOSAURO SCOPERTO IN MESSICO: ZIAPELTA SANJUANENSIS

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Il cranio completo di Ziapelta sanjuanensis
Questo settembre 2014 ha in serbo ancora delle scoperte importanti per la Paleontologia. 
Dopo la notizia dello spinosauro acquatico e dell'adrosauro con un nasone dobbiamo accogliere nel noto gruppo degli anchilosauri una nuova specie trovata nel Nuovo Messico: 
Ziapelta sanjuanensis.

Proprio nel Campaniano, ovvero Cretacico superiore, periodo che corrisponde a circa 73 milioni di anni fa, questo dinosauro quadrupede ed erbivoro popolava le zone a Nord-ovest del Nuovo Messico
Rinvenuto nella Fomazione rocciosa sedimentaria del Kirtland e precisamente nel membro di De-na-zin vicino alla Contea di San Juan si differenzia da un'altra specie rinvenuta nella stessa zona per queste caratteristiche: era un dinosauro dall'aspetto corazzato con la parte posteriore del cranio ornata da grandi corna ricurve verso l'esterno ed il collo decorato con delle punte triangolari di osso.

I resti fossili sono stati scavati da un team di paleontologi del New Mexico Museum of Natural History and Science nel 2011. Gli scavi hanno restituito della nuova specie un cranio quasi completo, due punte dell'armatura del collo e altri frammenti che hanno permesso di identificarli come appartenenti ad una nuova specie di anchilosauro, distinta dall'altra specie Nodocephalosaurus rinvenuta negli stessi strati di roccia. 

Questa scoperta modifica quello che pensavano i paleontologi finora sull'evoluzione dei dinosauri in Nord America: sembra che questi grandi rettili vivessero in due province separate, quelli che popolavano la zona dell'Alberta e quelli della zona dello Utah e Messico. 

Significato del nome della nuova specie
Zia in onore all'antico simbolo religioso di un sole stilizzato del popolo Zia del New Messico
pelta  dal latino significa "piccolo scudo", in riferimento agli osteodermi, le piastre osse dell'armatura che si rinvengono su ogni anchilosauro
sanjuanensis in riferimento alla Contea di San Juan dove l'anchilosauro è stato scoperto

Fonte:
Arbour VM, Burns ME, Sullivan RM, Lucas SG, Cantrell AK, et al. (2014) A New Ankylosaurid Dinosaur from the Upper Cretaceous (Kirtlandian) of New Mexico with Implications for Ankylosaurid Diversity in the Upper Cretaceous of Western North America. PLoS ONE 9(9): e108804. doi:10.1371/journal.pone.0108804

NUOVA ATTRAZIONE AL SITO PALEONTOLOGICO DI VILLAGGIO DEL PESCATORE: FELICIA TOROSAURUS

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Il cranio di Felicia, durante la preparazione in laboratorio
Dopo un'intera estate attorniata da turisti, soprattutto bambini, il dinosauro Laura lascia il Villaggio del Pescatore per fare posto ad un altro dinosauro, chiamato simpaticamente Felicia.
Quindi il dinosauro Antonio farà coppia sul palcoscenico del sito paleontologico di Villaggio del Pescatore con una nuova attrazione paleontologica, mai vista prima in tutta Italia. Si tratta di un cranio di un dinosauro del genere Torosaurus .



I torosauri erano dei dinosauri quadrupedi ed erbivori appartenenti alla grande famiglia dei ceratopsidi. Vissuti nel Nord America nel Cretacico superiore risalgono a circa 70 milioni di anni fa. Avevano dei comportamenti simili ai noti triceratopi che tutti i bambini conoscono.

Il cranio di Felicia è lungo 2 metri ed è caratterizzato da un collare osseo molto sviluppato sopra al quale vi sono tre corna. In vita l'intero dinosauro completo misurava all'incirca 6 metri con un peso stimato di 4 tonnellate. Il cranio rinvenuto nel Wyoming si presenta integro al 75% e appartiene probabilmente alla specie Triceratops prorsus.

Il nome scientifico di Felicia, Torosaurus sembra legato alla parola latina "taurus" che significa "toro", quindi viene pensato come un "dinosauro toro". In realtà il suo nome proviene dal greco τορέω (bucare, perforare), in relazione alla presenza di fori sulla cresta dello stesso cranio. Queste aperture sembra siano causate dall'età dell'esemplare che nella crescita assottigliava l'osso di questa corazza.


SCOPERTO NUOVO DINOSAURO PORTOGHESE: EOUSDRYOSAURUS NANOHALLUCIS

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La zona iberica non finisce ancora di stupire la comunità scientifica che si occupa di Paleontologia. Dopo l'eccezionale scoperta di Christophe Hendrickx avvenuta nel mese di marzo con l'istituzione di una nuova specie di dinosauro carnivoro del Giurassico superiore (vedi l'intervista sul blog scientifico Gravità Zero), ora è la volta di un nuovo dinosauro che è stato nominato Eoudryosaurus nanohallucis

Questo dinosauro appartiene al gruppo dei dinosauri ornitischi come il nostro Antonio e precisamente agli ornitopodi nella famiglia degli driosauri, piccoli rettili bipedi, probabilmente molto veloci e agili che nel Giurassico abitavano il Nord America, l'Europa e l'Africa.

Lo studio scientifico è stato pubblicato a settembre 2014 su Journal of Vertebrate Paleontology da un team internazionale di ricercatori sia portoghesi che spagnoli, membri del Gruppo di Biologia Evoluzionistica presso la Open University e la Società di Storia Naturale di Torres Vedras del Portogallo.

Risale al 1999 la scoperta ed è stata fatta da José Joaquim eos Santos, un collezionista dilettante che ha scorto per la prima volta i reperti fossili ai piedi di una scogliera nei pressi di Porto das Barcas sulla costa del Portogallo. Il materiale fossile era composto da uno scheletro in buono stato di conservazione formato unicamente da una parte posteriore del bacino e dagli arti posteriori. Ed è stato proprio la perfetta preservazione del piede a tre dita che conservava ancora un piccolo pollice che ha fatto emergere l'istituzione di questa nuova specie. 

L'esemplare non era di certo un gigante, ma piuttosto piccolo, aveva una lunghezza di 1,60 m e un'altezza di circa mezzo metro. Questa famiglia di ornitopodi presenta negli individui più evoluti soltanto tre dita mentre questa nuova specie fa parte di una fase intermedia che ha conservato ancora un piccolo pollice in questi ornitopodi tridattili. Ciò ha permesso una migliore comprensione dell'evoluzione di questo gruppo.

Fonte:
Povero Fernando, Francisco Ortega, Pedro Dantas, Elisabete Malafaia, Bruno Silva, José M. Gasulla Peter Mocho, Iván Narváez José L. & Sanz (2014) Un nuovo ornithopod dryosaurid (Dinosauria, Ornitischi) dal Giurassico del Portogallo, Journal of Vertebrate Paleontology, 34: 5, 1102-1112.


THE MUNICH SHOW - MINERALIENTAGE A MONACO DI BAVIERA - GERMANIA

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Si tiene ogni anno a Monaco di Baviera in Germania la più grande mostra di minerali e fossili provenienti da tutto il mondo.
Il Munich Show - Mineralientage di Monaco attira più di 40.000 visitatori ogni anno. E' una fiera in cui si può commerciare ed acquistare minerali, fossili, gemme e gioielli di design o pietra .
Viene suddivisa in 4 grandi settori:

Il "Mineralword" dove esperti mineralogisti e collezionisti si riuniscono per ammirare ed acquistare questi straordinari tesori della natura: i minerali.
 
Il "Gemworld" cioè la sezione dei gioielli e delle pietre preziose.

Il "Stoneworld" che offre l'occasione di acquistare accessori per il benessere e l'estetica legati al mondo delle pietre.

Il "Fossilworld" dove paleontologi, curatori di musei, collezionisti e commercianti si incontrano per parlare del significato scientifico dei fossili e/o per negoziarne la vendita.

Nell'ambito proprio del "Fossilworld" quest'anno viene proposta una mostra speciale dedicata all'ESTINZIONE DEI DINOSAURI.
Gli appassionati di dinosauri e tutte le persone interessate a questo argomento tanto dibattuto dagli scienziati non possono mancare! Chiunque sia minimamente appassionato a questo mondo preistorico sa che l'epoca dei dinosauri si è conclusa con un evento catastrofico: la collisione di una meteorite sulla Terra. 
Ma qual è la verità dietro questa teoria? In quale periodo è avvenuto questo evento? Cosa è successo veramente?
Oltre a rispondere a queste domande, alla mostra speciale si potranno osservare reperti eccezionali di fama internazionale, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta proprio dal 24 al 26 ottobre 2014.


Per maggiori informazioni:
https://munichshow.com/en/

IL SECONDO DINOSAURO RINVENUTO IN VENEZUELA: TACHIRAPTOR ADMIRABILIS

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Sono passati pochi mesi dall'eccezionale scoperta effettuata in agosto del primo dinosauro vegetariano nel Venezuela, chiamato Laquintasaura venezuelae (vedi precedente post) ma il Sud America non ha finito di emozionare ancora gli appassionati del mondo dei dinosauri. Ora apre un ulteriore spiraglio nel mondo lontano del nostro passato con la scoperta ed indentificazione di una nuova specie di dinosauro carnivoro, il Tachiraptor admirabilis.
Lo studio è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Royal Society Open Science da un team internazionale composto da paleontologi venezuelani, brasiliani, tedeschi e statunitensi. Questo nuovo dinosauro fa parte di un gruppo basale che delinea le origini dei grandi dinosauri teropodi. 

Noti fin dal Giurassico in tutto il mondo, erano sconosciuti nella parte settentrionale del Sud America. L'affioramento situato in una piccola zona dei Monti Merida sulle Ande al confine occidentale del Venezuela è la stessa del primo ritrovamento venezuelano ed è avvenuta principalmente in strati di arenarie rosse continentali che indicano un ambiente di piana alluvionale depositate in un ambiente tettonico associato alla rottura della Pangea nel Mesozoico e alla conseguente formazione dell'Oceano Atlantico.

Il Tachiraptor era lungo approssimativamente 1,5 metri, bipede, carnivoro e correva velocemente. I dati sono stati stimati sulla base dell'osservazione di due ossa fossili isolate: un ischio e una tibia. Le ossa sono relative ad un'età di circa 200 milioni di anni fa che corrispondono al periodo iniziale del Giurassico.

Significato del nome della nuova specie
"Tachira" deriva dallo stato venezuelano dove è stato ritrovato il fossile
"Raptor" deriva dal latino "ladro" in riferimento alle abitudini predatorie del teropode
Quindi il nome del genere significa "Ladro di Tachira"
"Admirabilis"è in onore alla "campagna ammirevole" guidata da Simon Bolivar a formare una repubblica del 1813

Fonte:
Langer MC, Rincón AD, Ramezani J, Solórzano A, Rauhut OWM. 2014 New dinosaur (Theropoda, stem-Averostra) from the earliest Jurassic of the La Quinta formation, Venezuelan Andes. Royal Society Open Science.  http://dx.doi.org/10.1098/rsos.140184

LA PRINCIPESSA ED IL DRAGO-DINOSAURO ANTONIO

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Questo breve post per ricordare un particolare ed emozionante momento per il @dinosaurantonio o meglio il suo alter ego vivente.

Esistono le coincidenze nella vita o no? Non saprei, ma talvolta capita che delle singole rette di vita di persone sconosciute si intersechino in un punto del tempo presente. Il punto in cui dimostrano un'estrema affinità d'animo, come delle rette coincidenti.
É accaduto lo scorso sabato pomeriggio, 18 ottobre 2014. Un'appassionata follower del dinosauro Antonio, @miyavoice mi ha invitato alla mostra della pittrice triestina Mima Semec. 

A destra @dinosaurantonio, a sinistra Mima Semec e al centro @miyavoice
Questo incontro è stato vissuto con un'emozione densa da parte di tutte e tre.

La pittrice Mima Semec ha voluto in questa coincidenza regalarmi una stampa con tre disegni eseguiti nel 1992, che raffigurano una leggiadra fanciulla che incontra un drago in un campo di papaveri. 

In quel momento di emozione pura mi ha riferito che ritrovandoli un po' di tempo fa, ha pensato alla storia della scoperta del dinosauro Antonio. 



GRAZIE DI CUORE 











Finora, mai mi ero immaginata così...ma vedendo quella stampa e ripensando a come mi ha descritta @miyavoice nel suo post intitolato "Tony il dinosauro" sul blog del giornalista Carlo Marulli, illudro.worpress.com vi confesso che ripensandomi come a una principessa e al suo Drago cioè il dinosauro Antonio, mi sono spuntate sulle spalle delle ali leggere che mi fanno volare, come nelle più belle favole.

UN TYRANNOSAURUS CHIAMATO "KING KONG"

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Ditemi, avete mai visto un Tyrannosaurus rex in ossa dal vivo? Penso di no, a meno cha non abbiate visitato qualche Museo americano. Questi resti fossili finora sono stati ritrovati nel Nord dell'America, negli Stati del Wyoming, nell'Alberta e nel Montana. Pertanto finora gli scheletri originali di questi dinosauri si sono ammirati soltanto in pochi musei al mondo e comunque al di fuori dell'Europa.


Nello scorso weekend però per la prima volta lo scheletro originale di un feroce T-rex adulto si è materializzato nella sua feroce interezza al Mineralientage di Monaco di Baviera. Per originale intendo non composto da calchi di ossa assemblate per comporre un individuo, ma vere ossa fossili.

Questo maestoso re dei dinosauri, conosciuto in Europa soltanto dalle immagini di libri e film come Jurassic Park é stato chiamato"King Kong" in onore del mostro protagonista dell'omonimo film. 

Scoperto pochi anni fa nel Montana è stato preparato per poi far parte di una collezione privata. In prestito temporaneo per l'organizzazione della fiera di Monaco è stato un'attrazione irresistibile per grandi e piccini accanto alla mostra speciale "Meteoriti-il destino dei dinosauri".










DEINOCHERUS MIRIFICUS: RISOLTO L'ENIGMA DEL DINOSAURO MISTERIOSO

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A pochi giorni dalla pubblicazione dello studio dell'enigma di un dinosauro sulla rivista Nature il dinosauro Antonio ha incontrato con sua grande sorpresa alcune sue parti ossee fossili al Mineralientage Di Monaco di Baviera


Il cranio esposto a Monaco di Baviera
Il cranio e gli arti inferiori del Deinocherus mirificus erano nascosti in un angolo dello stand dedicato ai reperti fossili, proprio dietro al più ben noto ed ammirato T-REX chiamato "King Kong" che sovrastava tutti con lampi di luce rossi e blu avvolto da nebbie che lo rendevano ancora più terrificante. Chissà quante persone si saranno soffermate a leggere e comprendere e a coglierne l'importanza, ... poche, a mio parere, vista la folla ai piedi di King Kong ed il vuoto assoluto attorno al Deinocheirus




Questo dinosauro per 50 anni ha rappresentato un vero mistero per i paleontologi. Alcuni enormi arti erano stati ritrovati giá nel lontano 1965 in una formazione geologica di 70 milioni di anni fa nel deserto del Gobi nella Mongolia meridionale

Gli arti esposti a Monaco di Baviera
All'epoca le poche ossa non avevano dato una attribuzione certa dell'esemplare ad alcuna specie, i ricercatori avevano ipotizzato soltanto che questo dinosauro all'apparenza gigante potesse appartenere al gruppo dei dinosauri dal collo lungo o a quelli con il becco d'anatra o ancora agli ornitomimosauri. È ovvio che soltanto la scoperta di altri fossili avrebbe potuto risolvere questo mistero. In questi anni, con grande perseveranza, i paleontologi sono ritornati nel luogo in cui erano stati ritrovati i primi resti, ma poco si è aggiunto al magro bottino osseo. Allora hanno scavato in posti diversi tra il 2006 ed il 2009 rinvenendo altri 2 esemplari di Deinocherus più completi. Mancavano ancora per una fedele ricostruzione dello scheletro, soltanto le zampe ed il loro cranio che probabilmente erano stati sottratti da ladri di fossili. 

La ricostruzione del Deinocherus mirificus
Recuperate ora le ossa mancanti, finite in una collezione privata lo scheletro completo al 95% ha permesso l'identificazione di questo nuovo dinosauro. Era un dinosauro teropode e precisamente un ornitomimosauro, un lontano parente del T-rex. Questa specie nuova era lunga circa 11 m e pesava più di 6 tonnellate. Differiva dagli altri ornitomimosauri per delle vertebre spinali lunghe verso l'alto ed aveva un cranio lungo più di un metro. Era vegetariano e mangiava con un becco cheratina privo di denti. I paleontologi hanno ritrovato anche resti del suo ultimo pasto che era costituito da vegetali ma anche da pesce. Il Deinocherus aveva delle larghe dita ai piedi differenti dagli altri Teropodi e vista la mole enorme é probabile che fosse piuttosto lento.

Fonte:
Y. N. Lee, R. Barsbold, P. J. Currie, Y. Kobayashi, H. J. Lee, P. Godefroit, F. Escuillie & T. Chinzorig. 2014. Resolving the long-standing enigmas of a giant ornithomimosaur Deinocheirus mirificus. Nature
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