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CAMBIAMENTI CLIMATICI, BIODIVERSITA' E SVILUPPO SOSTENIBILE

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Giovedì 14 novembre 2013 la Fondazione Internazionale per il Progresso e la Libertà delle Scienze, in collaborazione con il Centro Internazionale di Fisica Teorica "Abdus Salam"ed il Lions Club Host distretto 108 TA 2 hanno organizzato nell'aula magna della SISSA una conferenza dal titolo "Cambiamenti climatici, biodiversità e sviluppo sostenibile", nell'ambito di una serie di progetti atti a sensibilizzare i giovani su temi ambientali attuali, sia a livello globale che locale.

Di solito temi così importanti come la biodiversità ed i cambiamenti climatici vengono trattati da un ristretto numero di ricercatori e scienziati in eventi a porte chiuse. Invece questo esiguo manipolo di esperti e scienziati con a capo il giornalista F. Pagan ha voluto con grande coraggio presentare in una eccezionale conferenza-lezione queste tematiche ambientali a più di 500 ragazzi e ragazze della scuola secondaria di I grado.


Vi chiederete, perchè sono stati così coraggiosi?
Ma avete mai provato a trascorrere qualche ora in una classe di 25 adolescenti?

Come ha detto il comandante F. Pagan delle forze speciali di esperti, sembrava una "mission impossible". Al contrario l'evento si è trasformato in un'uscita particolarmente gradita ed interessante per un folto gruppo di studenti.

Quali sono state le armi usate dai relatori che sembravano votati all'indifferenza dei ragazzini?

La simpatia e la leggerezza. Gli esperti hanno trattato delle problematiche molto serie appassionando ed interessando le menti solitamente poco attente degli adolescenti. Ne è emerso un ottimo ed indimenticabile evento di divulgazione scientifica, utile agli studenti e vissuto come un aggiornamento dai professori.

Qui di seguito i link con le slide degli interventi di ciascun relatore.

Filippo Giorgi, laureato in Fisica, responsabile della sezione di Fisica della Tera all'ICTP di Trieste. Esperto internazionale di modellistica climatica e autore e co-autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, nonchè Premio Nobel per la pace nel 2007 assieme ad Al Gore.


Elvio Toselli, laureato in Scienze Biologiche, insegnante alla Scuola secondaria di I grado, esperto di Educazione ambientale con al suo attivo moltissimi progetti. La sua attività è stata riconosciuta meritevole di nota nei programmi internazionali dell'UNESCO nell'ambito del "Decennio dell'Educazione per lo Sviluppo Sostenibile 2005-2014".


Daniele Pernigotti, laureato in Biologia, esperto di cambiamenti climatici, consulente ambientale, giornalista free lance, scrittore.


Alfredo Altobelli, ricercatore in Ecologia all'Università di Trieste


Giuliana Renzi della Regione Friuli Venezia-Giulia



RICOSTRUZIONE VIRTUALE E STAMPA IN 3D PER UNA VERTEBRA DI PLATEOSAURUS

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Il calco in gesso contenente il fossile originale e la stampa in 3D della vertebra - Credits: Radiology

Una equipe di scienziati tedeschi ha ricostruito in laboratorio una copia perfettamente fedele al reperto originale di una vertebra di un dinosauro, utilizzando le scansioni a tomografia computerizzata e le stampanti laser tridimensionali. Lo studio pubblicato sulla rivista Radiology apre nuove prospettive per lo studio dei fossili, in quanto permette di identificare la loro forma preservando il reperto e ricostruendone addirittura la sagoma in 3D.

Quando si svolge uno scavo paleontologico le ossa di dinosauro rinvenute vengono conservate in calchi in gesso per permettere agli studiosi di preservarle da eventuali danneggiamenti e di trasportarle agevolmente nei laboratori per la preparazione. Allo scopo di poterle identificare, quindi, si rimuovono il bozzolo in gesso con i sedimenti rocciosi in cui sono contenute. Ma le metodologie tradizionali che si usano per renderle accessibili allo studio, potrebbero anche distruggerle. Fatto di cui bisogna tener conto sopratutto se non si sa realmente cosa c'è dentro ad un calco in gesso. Finora gli esperti rischiavano un eventuale danneggiamento. D'ora in poi non sarà più necessario. 

Il reperto mai identificato e del quale erano state perse anche le informazioni della zona di scavo, avvolto nel suo  calco in gesso, faceva parte di una collezione piuttosto antica del Museum für Naturkunde di Berlino.  Era stato sepolto sotto cumuli di macerie  durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale assieme ad altri reperti, fatto che non permetteva nè di riconoscerli nè di catalogarli.
L'autore della ricerca Ahi Sema Issever e colleghi hanno usato la tomografia computerizzata in uno di questi reperti fossili nascosti nel proprio bozzolo di gesso, per ricavarne una mappatura tridimensionale. Le informazioni digitali hanno permesso l'identificazione del reperto a una vertebra di un dinosauro, classificato poi come Plateosaurus, riconoscendo anche una serie di fratture multiple dell'osso. Inoltre sono riusciti anche a determinare il luogo del rinvenimento abbinando l'immagine virtuale con uno schizzo che mostrava uno scavo paleontologico condotto tra il 1910 ed il 1927 in una cava di argille a sud di Halberstadt in Germania. 
La mappatura tridimensionale della vertebra infine è stata trasferita ad una stampante laser 3D creando una copia uguale all'originale (nella foto è a destra).

Si apre una nuova strada da percorrere in tutta sicurezza per lo studio dei fossili
I dati digitali e le riproduzioni della stampa in 3D potranno essere distribuiti e condivisi dai ricercatori, studenti, musei e istituti di ricerca a scopo di analisi e studio, proteggendo l'integrità del fossile originale.

Fonti:

Radiology
Per ulteriori informazioni sulla nuova tecnologia 3D nella Paleontologia:

IMPORTANTE SCOPERTA NELLA PATAGONIA CILENA: DINOSAURI E FOGLIE FOSSILI

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Resti fossili di adrosauro - Credits: INACH
Un team di paleontologi cileni con a capo M. Leppe, dell'Istituto Antartico Cileno (INACH) ha esposto in una conferenza i risultati di 3 anni di studi paleontologici nella Patagonia cilena nel nord della provincia di Ultima Esperanza, nella regione di Magellano. 
Hanno annunciato per la prima volta la scoperta di strati rocciosi ad alta concentrazione di ossa di dinosauri. Questo ritrovamento va a segnare un'altra tappa importante della paleontologia; a livello nazionale, in quanto fino a poco tempo fa in Cile, i ritrovamenti fossili di dinosauri erano limitati a resti isolati e a impronte, ma anche mondiale, in quanto si è fatto un passo in avanti per la comprensione dell'evoluzione della fauna tra il sud America e l'Antartide.
I paleontologi D. Rubilar del Museo Nazionale di Storia Naturale e A. Vargas dell'Università del Cile hanno spiegato che l'identificazione di alcuni reperti ha permesso l'attribuzione dei dinosauri in via preliminare agli adrosauri e agli iguanodonti primitivi, quindi due forme diverse di Ornitopodi. Altri reperti aspettano di essere determinati e confrontati con i fossili di altre collezioni paleontologiche allo scopo di individuare l'esatta attribuzione a specie già note o a specie nuove.

g. Nothofagus - Credits: INACH
 La scoperta non si limita ai dinosauri ma anche ad un genere di pianta fossile il Nothofagus (faggio australe). Non si erano mai trovate foglie fossili di questa specie prima dell'età di 50 milioni di anni in Cile, che però era presente come fossile in Antartide già 80 milioni di anni fa. Ciò ha fatto ipotizzare al gruppo di studiosi che queste due zone dovevano essere unite nel Cretacico, permettendo la distribuzione di questo genere dall'Antartide all'America del Sud.
 

ARGENTINA - SCOPERTA LATRINA FOSSILE DI MEGAERBIVORI DEL TRIASSICO

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Aspetto esterno dei coproliti - Credits: Scientific Report
Un gruppo di studiosi ha appena pubblicato uno studio scientifico in cui sono evidenti le prove della scoperta della più grande grande latrina fossile comune di megaerbivori del periodo Triassico. 
Le cosidette "latrine comuni" sono luoghi in cui tutti gli individui di un gruppo animale come potrebbero essere degli equidi o rinoceronti o elefanti vanno a defecare. Questo comportamento ha delle implicazioni nelle funzioni di comunicazione tra esemplari della stessa specie e tra specie diverse, è un modo per difendersi dai predatori e viene utilizzato per prevenire la diffusione dei parassiti intestinali.
Questa rarissima scoperta di zone di accumulo di coprolitiè avvenuta nella località di El Torcido nella Formazione rocciosa di Chanares in Argentina, nel Parco nazionale di Talampaya, nella provincia di La Roja in Argentina.E' la prima testimonianza di questo comportamento gregario in vertebrati megaerbivori non-mammiferi. L'età del giacimento risale al medio Triassico all'incirca quindi a 235 milioni di anni fa.
La ricerca ha analizzato centinaia di pezzi di "cacca fossile" di varie dimensioni e forma attribuendole al gruppo dei dicinodonti, rivelando che questa abitudine di defecare in latrine comuni non era unica dei mammiferi. Ciò suggerisce che questo comportamento sociale di condivisione era già praticato da altri gruppi animali milioni di anni prima.
Informazioni per paleo-makers:
E'stata usata anche la tomografia computerizzata per 7 campioni di coproliti che può eventualmente essere usata per delle analisi e la ricostruzione in 3D

Per ulteriori informazioni sulla nuova tecnologia 3D nella Paleontologia:

RICOSTRUZIONE VIRTUALE E STAMPA IN 3D PER UNA VERTEBRA DI PLATEOSAURUS



I VIAGGI DI DINO - IL GIGANOTOSAURO A TORINO

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Un Giganotosauro si aggira per la città.  Dino, così si chiama, con le sue otto tonnellate, quattro metri di altezza e quattordici di lunghezza, continua il suo viaggio di ritorno verso il Museo Regionale di Scienze Naturali, sua residenza fissa dal 2004, anno in cui giunse per la prima volta a Torino per far parte della straordinaria mostra “Dinosaurios Argentinos. I giganti della Patagonia”.

Rimasto per alcuni mesi ad accogliere i viaggiatori di passaggio all’aeroporto Sandro Pertini di Caselle,  Dino ha da poco concluso la tappa artistica a Paratissima, suscitando grande simpatia e curiosità.


Dal 6 dicembre al 26 gennaio 2014, lo shopping center Area12,  accanto allo Juventus Stadium, ospiterà il “mite dinosauro”, ambasciatore e testimonial del MRSN che di recente ha ispirato la campagna Adotta Dino, attivata dalla Regione Piemonte in collaborazione con Vodafone Italia e Torino Città Capitale; si tratta di una raccolta fondi finalizzata alla riapertura della sede del museo, temporaneamente chiusa in seguito a un incidente avvenuto lo scorso agosto, ma soprattutto a sensibilizzare e mantenere vivo l’interesse e il legame che i cittadini hanno dimostrato di avere nei confronti di questa importante realtà scientifica piemontese.


La presenza del museo negli spazi di Area12,  a testimonianza della sua adesione al progetto e di sostegno all’istituzione museale torinese, non è nuova; tra ottobre e novembre  lo shopping center ha ospitato la mostra Entra in gioco la natura, un’esposizione che racconta la storia del MRSN rendendo accessibile una parte del suo straordinario patrimonio di collezioni e di singoli reperti, insieme ad alcune attività ludico-didattiche rivolte ai bambini. L’obiettivo comune, ieri come oggi, è di divulgare la scienza in un contesto inusuale, portandola direttamente in posti molto frequentati come lo sono i centri commerciali, divenuti oggi anche luoghi di aggregazione e incontro per tutte le fasce di età.



I visitatori del centro e alcune scolaresche coinvolte dalla sezione didattica del MRSN, potranno assistere dalle ore 13 al lavoro di montaggio dei quasi cento pezzi  che compongono la fedele riproduzione in resina di questo esemplare di  Giganotosaurus carolinii.

La delicata e curiosa operazione impegnerà per alcune ore una squadra speciale coordinata dal paleontologo, Daniele Ormezzano.

La ricostruzione di Dino si concluderà verso le ore 16 alla presenza dello staff del MRSN e dell’Assessore regionale alla Cultura Michele Coppola che commenta: “Il ritorno del Museo Regionale di Scienze ad Area12, che già qualche mese fa ha ospitato la mostra Entra in gioco la natura,è un’ulteriore conferma della volontà di “invadere” nuovi luoghi, per parlare e incontrare nuovi pubblici, soprattutto in questo momento storico. Il simpatico Dino, diventato oramai suo testimonial ci aiuterà a far parlare ancora del museo fuori sede.”



Grazie all’impegno di Sottodiciotto Filmfestival e Aiace, il lavoro verrà ripreso e documentato da una troupe composta da studenti del Cinesteiner - Istituto Albe Steiner di Torino.Tutto ciò nel segno di una reciproca collaborazione  che vede impegnato il museo in una  serie di iniziative all’interno del programma speciale del festival dedicato alla “cine-evoluzione” dei giganti della preistoria.  Daniele Ormezzano, conservatore della sezione di Paleontologia del MRSN, presenterà l’edizione 3D di Jurassic Park  illustrando i dinosauri  e le loro caratteristiche. Due modelli di piccoli Gasparinisaura cincosaltensisrimarranno invece esposti al Cinema Massimo per tutta la durata del Festival Sottodiciotto.

Dino è la fedele riproduzione in resina dello scheletro di un Giganotosauro, dinosauro carnivoro del Cretaceo, vissuto circa 90 milioni di anni fa in Argentina. E’ il più grande dinosauro fino ad oggi conosciuto.
Lo scheletro fu acquistato in occasione della mostra “Dinosaurios Argentinos. I giganti della Patagonia” esposta a Torino dal novembre 2004 al giugno 2005, realizzata a cura del Grupo de Gestores Patrimonio Cultural Latino Americano, con il patrocinio del Ministero degli Esteri e Commercio Estero dell’Argentina  e la collaborazione dell'Università Nazionale di Comahue, Patagonia (Argentina).

Ufficio Comunicazione
MRSN Museo Regionale di Scienze Naturali  
Via Giolitti 36 - 10123 Torino
Giuseppe Misuraca | Elvira Radeschi
e-mail   comunicazione.mrsn@regione.piemonte.it
tel. +39 011 4326311  |  +39 011 4325189  
cell. +39 3351817753   
www.mrsntorino.it
Area12 shopping center - Strada Altessano 141 – Torino www.area12.to.it


6 dicembre 2012 -  26 gennaio 2014

montaggio dinosauro venerdì 6 dicembre 2013 | dalle 13 alle 16



in collaborazione con:

EUROPELTA CARBONENSIS: NUOVO GENERE DI ANCHILOSAURO - SPAGNA

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Ricostruzione dello scheletro di Europelta carbonensis - Credits: PLOS One
E' stata fatta in Spagna la scoperta sensazionale di un nuovo genere di dinosauro. I ricercatori inizialmente pensavano che appartenesse ad una specie già conosciuta di dinosauri corazzati, invece le ricerche paleontologiche hanno portato l'attribuzione di questo nuovo ritrovamento ad un nuovo genere di anchilosauro.

Lo studio pubblicato su PLOS One prende in considerazione due scheletri parziali della nuova specie chiamata Europelta carbonensis. Questi sono stati trovati nella miniera di carbone di Arino, vicino a Teruel nel Nord Est della Spagna, nella formazione rocciosa carbonacea di Escucha e risalgono all'Albiano inferiore del Cretacico. Era dinosauro erbivoro lungo almeno 15 metri, pesava 2 tonnellate e popolava le terre emerse della Tetide circa 110 milioni di anni fa.

Fino ad oggi in Europa erano stati ritrovati soltanto poche altre specie di anchilosauri in Austria, in Romania e in Francia e le attribuzioni allo stesso genere Struthiosaurus erano state svolte grazie a resti frammentari ed elementi isolati dello scheletro. Questo nuovo genere presenta delle differenze peculiari rispetto al genere Struthiosaurus, considerato un nodosauride primitivo: una curvatura molto accentuata dalla schiena alla testa, mai riscontrata precedentemente negli altri generi della Famiglia Nodosauridae.

Le differenze con i suoi cugini americani fanno ipotizzare che l'Europa fosse già isolata dal Nord America 110 milioni di anni fa e non come supposto finora, che la separazione tra i due continenti fosse avvenuta appena 80 milioni di anni fa.


Fonte:
PLOSone

GIUSEPPE LEONARDI IN VISITA AL SITO PALEONTOLOGICO DEL DINOSAURO ANTONIO

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Il Prof. G. Leonardi e la scopritrice del dinosauro Antonio, T. Brazzatti


Quel mito della Paleontologia italiana di cui leggevo i lavori scientifici nei primi anni di universitá si è materializzato al sito paleontologico del Villaggio del Pescatore in provincia di Trieste.

Il Prof. G. Leonardi
Quel mito della Paleontologia italiana che ha studiato per primo quella serie di impronte rinvenute nel 1990 su un lastrone calcareo dei "Lavini di Marco" in Val d'Adige è venuto a far visita al nostro dinosauro Antonio.

Quel mito della Paleontologia italiana che nel 1993 ha visto con occhi esperti il primo dinosauro italiano Ciro a casa dello scopritore Giovanni Todesco, confermando che il reperto esaminato per un'intera notte era il primo dinosauro italiano, ha camminato sopra il pavimento della cava dei dinosauri triestini, (vedi anche il racconto di Giovanni Todesco nel suo libro "Due figli ed un dinosauro" pag. 119).

Si, scusate, ancora emozionata per la visita avvenuta stamattina, in questa tiepida giornata dicembrina, non vi ho ancora detto chi è.

È Giuseppe Leonardi, paleontologo e icnologo di fama internazionale.




Invitato dal proprietario del terreno su cui si estende il giacimento dei dinosauri Mario Sartori di Borgoricco, ci ha onorato della sua presenza assieme alle istituzioni triestine coinvolte nella protezione di questo importante luogo annoverato tra i geositi del Friuli Venezia Giulia di importanza mondiale.

Il Prof. G. Leonardi con il geologo F. Bacchia della Cooperativa "Gemina" accanto al calco del dinosauro Bruno

Il Prof. N. Pugliese a sx, al centro il proprietario Mario Sartori di Borgoricco, al centro e il Prof. G. Leonardi a dx















La grande esperienza che gli deriva da una vita dedicata allo studio della Paleontologia ha confermato quello che tutti noi ci auguriamo da tempo: che gli studi scientifici continuino, visto che permangono ancora delle ipotesi da verificare sul giacimento e che gli scavi riprendano quanto prima, in modo da recuperare i reperti fossili di dinosauri ancora presenti nelle rocce.

ASPETTANDO … TRIESTE NEXT: LA FORESTA D’ACQUA

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Nelle foreste, all’interno dei tronchi degli alberi,
scorre il fiume d’acqua più lungo del mondo !

Domenica 22 settembre il Centro Didattico Naturalistico di Basovizza di Trieste e il Centro visite della Riserva naturale della Val Rosandra di Dolina Glinščice propongono "Aspettando...Trieste Next. La foresta d'acqua". Una giornata di incontri, laboratori e visite guidate no-stop sul tema dell’acqua.

IL CENTRO DIDATTICO NATURALISTICO DI BASOVIZZA rimarrà aperto al pubblico dalle 10 alle 18 con le seguenti proposte:

- mostra sui pesci d’acqua dolce, vasche, acquari, progetti ed attrezzature dell’Ente Tutela Pesca;
- mezzi ed attrezzature antincendio boschivo del Corpo forestale regionale con dimostrazioni delle tecniche di spegnimento;
- laboratori a cura del Servizio Musei Scientifici del Comune di Trieste, dell’AssociazioneTutori Stagni e Zone Umide del FVG e dell’Associazione micologica Bresadola di Trieste.

Ore 10.00 - registrazione dei partecipanti alla passeggiata animata “Alla ricerca dell’acqua che non c’è” a cura del Centro Studi Melanie Klein in collaborazione con il Progetto europeo SLOW TOURISM del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste. Dopo la visita al Centro i protagonisti di alcune famose favole, assieme ai forestali, accompagneranno i partecipanti sul sentiero “La foresta d’acqua” nel Bosco Igouza. Durata 2,30 ore.

Ore 14,00 - 15,00(in lingua slovena) - 16,00 - visite guidate sul sentiero “La foresta d’acqua” nel Bosco Igouza a cura del Corpo forestale regionale con attività di pedagogia forestale e illustrazione del sentiero con le nuove tecnologie. Durata 1,30 ore.

(Per informazioni: 040- 3773676, 366 – 6867882; e-mail: cdn@regione.fvg.it)

IL CENTRO VISITE DELLA RISERVA NATURALE DELLA VAL ROSANDRA A DOLINA GLINŠČICE - BOLJUNECresterá aperto dalle 9 alle 18.
In mattinata la Riserva organizzerà con la collaborazione del WWF-Area Marina Protetta di Miramare l'escursione guidata in lingua italiana e slovena "Chiare e freschi dolce acque... in Val Rosandra - Dolina Glinščice".

(Per informazioni ed iscrizione obbligatoria 333 -9339060 dalle 10 alle 13).

Post precedenti sul Centro Didattico Naturalistico di Basovizza

FUTURI SCIENZIATI ALLA SISSA DI TRIESTE

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La cittá di Trieste svolge un ruolo di spicco nel panorama scientifico italiano in virtù dell'alta concentrazione di istituti scientifici di ricerca e divulgazione presenti in loco: Immaginario Scientifico di Trieste per la divulgazione scientifica, l'Area di Ricerca di Basovizza, l'Istituto Nazionale di Oceanografia Geofisica  Sperimentale a Borgo Grotta Gigante, l'International Centre for Theoretical Physics e la SISSA. In questa città privilegiata dal punto di vista scientifico una docente di Scienze non può far altro che approfittarne per condurre i propri studenti a conoscere le eccellenze della ricerca scientifica mondiale. 
Questa volta, con i miei alunni di terza media abbiamo varcato i cancelli della SISSA, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, per esplorare i loro laboratori e conoscere le ricerche in atto. L'esperienza straordinaria sotto ogni punto di vista, sia didattico che scientifico viene raccontata dai miei alunni in questo breve post. Le esperienze laboratoriali sono state descritte in riferimento agli argomenti proposti dai ricercatori nella misura in cui sono stati compresi dai ragazzi.

La SISSA è una Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Per la prima volta i laboratori sono stati aperti alle scuole. Abbiamo partecipato a vari laboratori, presentati dagli stessi ricercatori.

Laboratorio con Maria - i miti del cervello:
Abbiamo partecipato ad un quiz di domande scientifiche, allo scopo di comprendere che in realtá utilizziamo tutto il nostro cervello e non soltanto il 10%. Abbiamo scoperto che bruciamo più calorie studiando per 2 ore e mezza che correndo per 12 minuti; siamo venuti a conoscenza che i cani vedono tutti i colori pur avendo solo due coni ottici; ora sappiamo che la dipendenza per esempio da droghe è una malattia del cervello, mentre l’intelligenza non dipende dalla dimensione del cervello.

Laboratorio con Luca - allenatore di micronuotatori:
Il matematico Luca ci ha spiegato che in termini matematici nuotare significa avanzare in un fluido attraverso un cambiamento di forma periodico in assenza di spinte esterne. Secondo questa teoria gli uccelli nuotano, infatti l'aria per i fisici è un fluido. In pratica noi ci muoviamo perchè cambiamo forma ed il fluido reagisce ai nostri movimenti. Noi avanziamo secondo il principio di "spostare la materia". Attraverso dei video ci ha parlato del numero di Reynolds che è il rapporto tra Forze Inerziali e Forze Viscose:  
dVL/e    (d: densità; V: velocità; L: dimensione; e: viscosità).
Proprio per verificare i tipi di spostamenti che avvengono in diversi liquidi più o meno viscosi ci ha consigliato di riprodurre in classe un esperimento, usando i detersivi per i piatti. Qui sotto il video girato in classe dell'esperimento.


Si osserva che girando il cucchiaio in un verso e poi esattamente all'incontrario i due liquidi piuttosto viscosi ritornano esattamente come prima, l'azione è reversibile in un liquido viscoso, ovvero ciò che viene fatto da un lato viene disfatto dall'altro, nei fluidi viscosi non esiste l'inerzia.
Queste ricerche sui fluidi viscosi serviranno agli studiosi per costruire dei micro robot in grado di fare azioni nel nostro corpo al posto nostro.


Laboratorio con Jessica - DNA :
L'insulina ha il compito di regolare nel sangue i livelli di zucchero per produrre energia utile all'organismo. Gli scienziati come Jessica fanno produrre ai batteri l'insulina umana.
In questo laboratorio abbiamo indossato un camice bianco e dei guanti; abbiamo composto le formule delle basi azotate del DNA con l'alfabeto biologico usando i regoli e abbiamo creato (partendo da piccole colonie di batteri) delle grandi colonie di batteri; aspirando del liquido con uno strumento apposito e poi mettendoci dentro i batteri.
L'alfabeto biologico ha quattro lettere ovvero "le basi", sessantaquattro parole e infinite frasi.

Laboratorio con Micaela - microscopio confocale e suo utilizzo:
Micaela ci ha mostrato un microscopio particolare che si chiama confocale che permette di prendere le immagini da sottili fettine di un campione. Per fare ciò bisogna colorare il campione con molecole fluorescenti di diversi colori, ognuna di esse deve essere illuminata da un laser apposito e va osservata grazie al suo filtro corrispondente, ad esempio per una molecola che emette il colore verde si usa un filtro che lascia passare il verde e blocca tutti gli altri colori. Si possono usare nello stesso campione molecole che emettono luce in diverse regioni dello spettro della luce visibile, ad esempio una che emette nel blu, una nel verde e una nel rosso, in questo modo si possono osservare contemporaneamente tre diverse strutture del campione. Noi abbiamo osservato lo scheletro cellulare marcato in verde, quello neuronale marcato in rosso e i nuclei marcati in blu.

Articolo scritto da: Johanna Zari,  Agnese Bergamini, Francesca Craievich, Dusan Komarica, Davide Piccinno, Stella Ferrazzo, Giorgia Blocker, Arianna Candido

Foto e video: L. Zillio, T. Brazzatti e classe IIIA della Scuola secondaria di I grado "Dante Alighieri" di Trieste

AUGURI DI BUONI DINOSAURI A TUTTI

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Questo mio blog partito il 30 aprile di questo anno 2013 ha avuto un successo inaspettato. Non sospettavo che avrebbe riscosso un così largo seguito di lettori.

Auguro a tutti quelli che mi leggono, un 2014 ricco di ogni bene.

In questo ultimo giorno del 2013 vi regalo un ultimo post, su uno dei dinosauri incontrati la scorsa settimana in un breve viaggio nella capitale mitteleuropea austriaca, Vienna. 
Sorprendendomi ancora del fascino che hanno i dinosauri su di me, ma soprattutto sui piccini, di seguito allego due video terrificanti dell'Allosaurus fragilis, comparso di soppiatto in una sala durante la visita al Naturhistorisches Museum di Vienna.

Il dinosauro carnivoro, questa volta in carne ed ossa è una vera attrazione per piccoli cuccioli di uomo. È un realistico modello animato di un giovane predatore alto 6 metri del tardo Giurassico, circa 150 milioni di anni fa, rinvenuto in Utah, America.



MOSTRA SUL DINOSAURO ANTONIO AL CDN DI BASOVIZZA - TRIESTE

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Il 2014 inizia con un forte richiamo da parte del nostro dinosauro triestino, Antonio.



Domenica 5 gennaio 2014 alle ore 10 presso il Centro Didattico Naturalistico di Basovizza si inaugura una nuova mostra sui dinosauri del Villaggio del Pescatore, allestita e curata dalla "Cooperativa Gemina" in collaborazione con il Corpo Forestale Regionale.



Per 2 mesi, gennaio e febbraio 2014, si potrà approfondire la conoscenza dell'ambiente fossile, dove 80 milioni di anni fa nel Cretacico, i dinosauri sono vissuti e nel quale si sono conservati fino alle scoperte di pochi lustri fa.Così ha commentato un tecnico della cooperativa Gemina "abbiamo avuto un magnifico riscontro dal personale forestale del Centro, quando si è proposta una visione un po' particolare del mondo dei dinosauri nostrani da promuovere in modo congiunto; con questa premessa, la successiva visita al sito paleontologico del Villaggio del Pescatore potrà acquistare una maggior valenza e risulterà sicuramente più godibile".


A Basovizza sarà proiettato, a ciclo continuo, il video sullo scavo e sulla preparazione di Antonio, un modo sia per ricordare un'impresa tecnico/scientifica che a tutt'oggi rimane un punto di riferimento per i paleontologi di tutto il mondo, sia per sensibilizzare le istituzioni a non lasciare sprofondato nell'oblio un patrimonio inestimabile.


INAUGURAZIONE DOMENICA 5 GENNAIO 2014 ORE 10

ENTRATA LIBERA

Sempre domenica 5 gennaio visite guidate alle ore 11, 12, 15 e 16.

Domenica 2 febbraio nuovamente visite guidate ogni ora.

Durante le due domeniche, dedicate ai bambini e ragazzi, ci sarà un'attività di "caccia al fossile", che ha già riscosso un notevole successo al sito paleontologico di Villaggio del Pescatore

Nelle altre giornate, come da normale attività del Centro le visite infrasettimanali. 

Loc. Basovizza, 224 – 34149 Basovizza (TS)
Per informazioni:+39 040 3773677

Per la richiesta di servizi:
fax +39 040 9221098 referente: Diego Masiello

MAMMUT IN 3D DA STAMPARE

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Mammut lanoso dello Smithsonian
Mettereste un mammut in dimensioni reali nel vostro giardino? Beh, forse no, ma potreste stamparlo in 3D per usarlo per la didattica in classe o  usarlo per scopi di studio o scientifici, ridotto in scala.

Come? Grazie ad un progetto innovativo di scansione 3D proposto da una delle più grandi realtà scientifiche al mondo: lo Smithsonian Institution, l'istituto di istruzione e ricerca amministrato e finanziato dal governo degli Stati Uniti con 19 musei sparsi in America e con sede principale a Washington DC.


Scansione del mammut lanoso: credits Smithsonian
I ricercatori hanno digitalizzato lo scheletro di un mammut lanoso. Questa incredibile scansione è l'ultima di una lunga serie prevista dal Progetto "Smithsonian X 3D". Si potrebbero già stampare l'aereo dei fratelli Wright, la tuta di volo di Amelia Earhart, la maschera di Abramo Lincoln, la cannoniera Philadelphia e 8 scheletri di balene fossili cilene di cinque milioni di anni fa.



L'idea rivoluzionaria è proprio quella di usare la scansione in 3D per documentare i manufatti delle proprie collezioni per condividere online questi oggetti attraverso le stampanti 3D. Ogni utente PC può ruotare l'oggetto prescelto anche di 360° potendolo osservare con molti più dettagli piuttosto che durante una visita al museo. Ed inoltre crearne una copia identica in 3D. Questa nuova tecnologia può difatti trasportare oggetti esposti nei vari musei nelle case di milioni di persone in tutto il mondo.

Fonte:

Per scaricare il mammut:

Per ulteriori possibilità di stampe in 3D di fossili si veda:

MOMENTI ALLA MOSTRA DEI DINOSAURI DEL VILLAGGIO DEL PESCATORE - TRIESTE

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Un po' in ritardo sui tempi giornalistici, a causa di una noiosissima influenza presa dalla scrivente, ecco alcune foto scattate domenica mattina 5 gennaio 2014 alla mostra sui dinosauri del Villaggio del Pescatore di Trieste.
L'allestimento che sta riscuotendo molto successo al Centro Didattico Naturalistico di Basovizza è stato proposto ed allestito dalla Cooperativa Gemina che si occupa anche delle visite al sito paleontologico del dinosauro Antonio. Come riferito dal tecnico curatore della mostra Flavio Bacchia assieme al referente del CDN Diego Masiello "... è un momento dedicato alla scoperta dell'antico ambiente di vita dei dinosauri che popolavano 80 milioni di anni fa il Carso triestino per rilanciare la cultura naturalistico-scientifica a livello regionale all'inizio del 2014".
Accanto a questa nuova iniziativa si affianca quella di sperimentare l'emozione della "caccia al fossile" per piccoli paleontologi in erba all'opera su lastre calcaree provenienti dalla Formazione Green River del Colorado, Wyoming, in Utah.


Per ulteriori informazioni sulle visite ed orari:
 
Diego Masiello al momento dell'inaugurazione della mostra



Parte della mostra con il calco del dinosauro Antonio post mortem



Tiziana Brazzatti e Flavio Bacchia



La caccia al fossile


Il fossile di un pesce trovato proprio la mattina del 5 gennaio 2014

RECENSIONE: LA NUOVA FRONTIERA DELLE STAMPANTI 3D. DALLE PROTESI AI TESSUTI UMANI - DI MARINA DI MATTIA

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Nate negli anni '80 nell'ambito della creazione di oggetti di design, le stampanti 3D hanno oltrepassato ormai il loro settore primordiale di appartenenza, varcando una nuova frontiera, quella della bio-medicina. Nel nuovo ebook intitolato "La nuova frontiera delle stampanti 3D" scritto da Marina di Mattia, giornalista pubblicista, specializzata in comunicazione scientifica si scoprono nuove ed interessanti applicazioni di questa innovativa tecnologia.
Una nuova strada piena di diramazioni secondarie si sta sviluppando di fronte a noi, foriera di sfide sorprendenti e futuri colpi di scena; questa nuova tecnologia sta rivoluzionando molti settori: lo studio della Paleontologia per esempio, il suo utilizzo in cucina, anche se non sta diventando per ora una pratica quotidiana e l'ingegneria medica.

Il tentativo, riuscito ma ancora perfezionabile é quello di ricreare parti del corpo umano con l'uso di una macchina, una semplice stampante che crea oggetti complessi in tre dimensioni. 
Utilizzando dei semplici software di disegno tridimensionale, già presenti in commercio si creano modelli anatomici di parti umane. Tramite la prototipazione rapida si realizza il cosiddetto prototipo, il primo elemento di una serie, passando poi immediatamente alla produzione senza l'ausilio di utensili. L'oggetto viene inviato ad una stampante 3D. Viene assemblato per strati orizzontali da questa particolare stampante, che dalle testine rilascia un fluido, un particolare idrogel bio-inerte che sostiene le cellule umane. Per essere funzionale questo nuovo oggetto organico dovrà differenziarsi all'interno del corpo umano per permettere alle cellule di sopravvivere. 

Sembra fantascienza, ma non lo è.  Gli esempi citati nell'ebook hanno dell'incredibile, ma sono reali. E' dimostrato ormai che si possano costruire con questa nuova tecnologia protesi per arti mancanti, dispositivi medici e tessuti con cellule compatibili con gli esseri umani. Una speranza per salvare persone che sono affette da gravi malformazioni o hanno malattie degenerative invalidanti o hanno avuto degli incidenti in cui hanno perso un arto. E' un nuovo strumento della medicina che al pari del trapianto di organi fa scalpore in ogni senso ma che con le opportune sperimentazioni in corso promettono un cambiamento radicale della scienza medica in breve tempo. Allo stato dell'arte infatti non è possibile ancora realizzare organi integri artificiali che possano essere trapiantati nel corpo senza rischio di rigetto.

Questo ebook lascia stupiti. L'impensabile si è materializzato in 3D. Fa intravvedere quello che finora era considerata un'utopia, la creazione di parti umane grazie ad una macchina. 

La lettura, fluida ed accattivante priva di tecnicismi, ma rigorosa ed essenziale ti conduce in questa nuova galassia ancora tutta da esplorare lasciandoti spiazzato, ma con degli interrogativi. Fino a che punto l'uomo potrà creare pezzi di ricambio per il corpo umano? Tra quanto tempo potrò fabbricarmi le medicine di cui ho bisogno a casa

Ancora non è possibile valutare la velocità e le svolte di questa metamorfosi velocissima chiamata anche dai media la "terza rivoluzione industriale". Di sicuro però cambierà le possibilità di sopravvivenza del genere umano. 


L'ebook viene distribuito subito in anteprima gratuita a chi desidera redigerne una recensione sul proprio giornale, blog o sito web inviando una email a info@zoo3d.it

È inoltre possibile registrarsi ai seguenti canali: 
Twitter:  @zoo3dprinting


DINOSAURO ITALIANO IN 3D VOLA A NEW YORK

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Pochi giorni fa una copia in 3D del fossile del rettile volante Eudimorphodon ranziiè volato dall'aeroporto di Bergamo Oro al Serio fino a New York, per atterrare all'American Museum of Natural History di New York. Il Museo di Scienze Caffi di Bergamo ha donato la prima copia tridimensionale di questo antichissimo pterosauro del Triassico al museo americano in occasione della futura apertura della mostra "Pterosaurus; flight in the age of dinosaurus" (Pterosauri: il volo nell'etá dei dinosauri) che si potrá visitare a New York da marzo 2014 a gennaio 2015.

Il reperto fossile conservato in una lastra calcarea molto fragile non avrebbe consentito un trasporto transoceanico e nemmeno la realizzazione di un calco. Pertanto i paleontologi del Laboratorio di Paleontologia del Museo Caffi di Bergamo hanno utilizzato la prototipazione rapida realizzando la prima copia tridimensionale di questo eccezionale reperto fossile. 

Scoperto casualmente nel 1973 in un affioramento delle Prealpi bergamasche, in una cava nei pressi del paese di Cene in Val Seriana, da Mario Pandolfi, il preparatore del Museo di Scienze Naturali di Bergamo è il primo pterosauro italiano, nonchè il più antico vertebrato volatore rinvenuto in Italia. Il nome Eudimorphodon significa "dai denti di forma diversa"; difatti le mascelle sono caratterizzate dal possedere ben 114 denti di dimensioni e forme diverse, con i quali cacciava i pesci che catturava volando a pelo d'acqua.
Non era molto grande, la lastrina di roccia sul quale si è fossilizzato misura circa 23 X 14 centimetri. Aveva delle ali membranose estremamente allungate la cui apertura raggiungeva però quasi il metro. Possedeva una lunga coda e una testa piuttosto grande rispetto al corpo.

Fonte:

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/un-dinosauro-nella-grande-mela-dal-caffi-un-fossile-vola-a-new-york_1041520_11/?attach_a_tags_1

 C. Dal Sasso "Dinosauri italiani" - Marsilio, 2001


http://www.amnh.org
http://www.museoscienzebergamo.it/web/


PRIMO APPUNTAMENTO DI "GIOCO, CINEMA E SCIENZA" - SISSA DI TRIESTE

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La SISSA, tramite il suo Laboratorio Interdisciplinare di Scienze Naturali e Umanistiche, inaugura una serie di appuntamenti culturali per il pubblico cittadino, dedicati a temi inerenti la scienza e le sue relazioni sia con il cinema che con i giochi, questi ultimi intesi sia come giochi matematici ma anche linguistici.  

La rassegna, dal titolo Gioco, Cinema e Scienza, consisterà di 7 incontri con vari scrittori, scienziati e registi. 



Il primo appuntamento è mercoledì 22 gennaioalle 15.30, alla SISSA, al primo piano in Aula Cinema. L’evento è dedicato alla presentazione di alcuni film legati alle grandi scoperte scientifiche dal titolo : "L'emozione della scoperta. La vita degli scienziati sul grande schermo", a cura di Gianni Zanarini, con la partecipazione di Giuseppe Mussardo.

Sinossi
Fin dai suoi inizi, il cinema ha avvertito il fascino della scienza: della scienza vissuta, del suo farsi attraverso l’impegno e la fatica intrecciate alla passione per la ricerca e alla gioia per la scoperta.
Sono spesso storie di eroi quelle che il cinema racconta: eroi solitari, incompresi, ostacolati, che nonostante tutto riescono vittoriosamente a trasformare la scienza e l’immagine del mondo.
La produzione cinematografica sulla scienza e sugli scienziati verrà presentata e discussa con il supporto di brani dei film più significativi.
In particolare, verranno analizzati alcuni film biografici di taglio profondamente diverso ma tutti di grande interesse artistico e scientifico. Tra questi Les palmes de m. Schutz di Michel Boisrond (1997) sulla vita e l’opera di Marie Curie, la scienziata che per prima ha studiato la radioattività naturale, Galilée ou l’amour de Dieu di Jean-Daniel Verhaeghe (2005) sul processo a Galileo, nel corso del quale la sua nuova fisica si scontra con quella dei tardi epigoni di Aristotele e con l’ortodossia cattolica del suo tempo, Hawking di Philip Martin (2004), sui primi anni della straordinaria avventura scientifica di Stephen Hawking.

                                                                                    Simona Cerrato e Giuseppe Mussardo

SISSA 
ampio parcheggio gratuito, autobus n. 38 e n.2

Per informazioni:
Claudia Parma

Sissa Medialab
Simona Cerrato
tel + 39 040 3787642
e-mail: simona@medialab.sissa.it

DOVE ANDRA' DINO? EVENTO DI CHIUSURA ALL'AREA12 DI TORINO

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Dino all'Area12 - Credits: Francesco del Bo

Prima di lasciare l’Area12 per una nuova destinazione, oggi ancora segreta, domenica 26 gennaio, nel pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00, Dino saluterà i suoi piccoli amici e con l’aiuto del paleontologo del Museo Regionale di Scienze Naturali racconterà la sua storia, dall’uovo alla fossilizzazione.

Come ricordo dell’evento, ciascun bambino che parteciperà alla festa potrà portare a casa il proprio disegno sui dinosauri e un gadget di Dino.


Dal 6 dicembre al 26 gennaio 2014, lo shopping center Area12,  accanto allo Juventus Stadium, ospita il dinosauro, ambasciatore e testimonial del MRSN che di recente ha ispirato la campagna Adotta Dino, attivata dalla Regione Piemonte in collaborazione con Vodafone Italia e Torino Città Capitale: si tratta di una raccolta fondi finalizzata alla riapertura della sede del Museo, temporaneamente chiuso in seguito a un incidente avvenuto nell’agosto 2013, ma soprattutto a sensibilizzare e mantenere vivo l’interesse e il legame che i cittadini hanno dimostrato di avere nei confronti di questa importante realtà scientifica piemontese.

Negli spazi di Area12, la presenza del Museo, non è nuova; tra ottobre e novembre lo shopping center ha ospitato la mostra "Entra in gioco la natura", un’esposizione che racconta la storia del MRSN rendendo accessibile una parte del suo straordinario patrimonio di collezioni e di singoli reperti, insieme ad alcune attività ludico-didattiche rivolte ai bambini. L’obiettivo comune, ieri come oggi, èdi divulgare la scienza in un contesto inusuale, portandola direttamente in posti molto frequentati come lo sono i centri commerciali, divenuti oggi anche luoghi di aggregazione e incontro per tutte le fasce di età.

Storia di Dino
 
Un Giganotosauro si aggira per la città.  Dino, così si chiama, con le sue otto tonnellate, quattro metri di altezza e quattordici di lunghezza continua il suo viaggio di ritorno verso il Museo Regionale di Scienze Naturali, sua residenza fissa dal 2004, anno in cui giunse per la prima volta a Torino per far parte della straordinaria mostra Dinosaurios Argentinos. I giganti della Patagonia.
Rimasto per alcuni mesi ad accogliere i viaggiatori di passaggio all’aeroporto Sandro Pertini di Caselle, Dino ha poi fatto una tappa artistica a Paratissima, suscitando grande simpatia e curiosità, e quindi è andato all’Area12.

Dino è la fedele riproduzione in resina dello scheletro di Giganotosaurus carolinii, dinosauro del Cretaceo, vissuto circa 90 milioni di anni fa in Argentina. E’ il più grande carnivoro ad oggi conosciuto. Acquistato in occasione della mostra “Dinosaurios Argentinos. I giganti della Patagonia” tenutasi a Torino dal novembre 2004 al giugno 2005, è stato realizzato a cura del Grupo de Gestores Patrimonio Cultural Latino Americano.

MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI 

UFFICIO COMUNICAZIONE
MRSN  Museo Regionale di Scienze Naturali

Giuseppe Misuraca  tel. +39 011 432.6311  +39 335 1817753
Elvira Radeschi        tel. +39 011 432.5189

Area12 shopping center- Strada Altessano 141 – Torino  

www.area12.to.it

PROTOTIPAZIONE RAPIDA PER IL PRIMO DINOSAURO ITALIANO IN 3D: LA TECNOLOGIA MODERNA ENTRA IN CAMPO PER UNA SFIDA AI LIMITI DELL'IMPOSSIBILE

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La copia del prezioso fossile realizzata dal laboratorio del Museo che è stata donata all’American Museum of Natural History di New York

Grazie alla tecniche di reverse engineering e prototipazioneè stato possibile realizzare una copia di uno pterosauro triassico che da Bergamo “ha preso il volo” per New York.

Eudimorphodon ranzii, così è chiamato il capolavoro della natura attualmente conservato presso il Museo di Scienze Naturali di Bergamo: si tratta di un rettile volante vissuto nel Triassico superiore circa 220 milioni di anni fa e rinvenuto a Cene durante le ricerche del Museo nel 1973.



Tutto è iniziato quando l’American Museum, il più famoso museo di scienze naturali al mondo, ha chiesto di avere una copia dell’Eudimorphodon per la mostra “Pterosaurus: flight in the age of dinosaurs” all’interno di una nuova area dedicata alla paleontologia che verrà inaugurata a Marzo 2014: non poteva di certo mancare questo reperto, uno dei più antichi al mondo.



La fragilità del fossile tuttavia non consentiva di realizzare un calco. Ed è qui che sono entrate in gioco le moderne tecnologie di reverse engineering e prototipazione.



Innanzitutto è avvenuto il rilievo tridimensionale del fossile: il tutto ha avuto luogo all’interno del Museo, dove il reperto è stato spostato solo di pochi metri dalla teca che lo conserva. Agiotech BO (www.agiotech.it), azienda leader nei rilievi tridimensionali, ha messo in campo il suo Atos compact, dispositivo che consente una scansione accurata ed un altissimo grado di precisione anche su bordi sottilli o curvature complesse come nel caso del fossile. Senza maneggiare l’originale è stato possibile riprodurre la copia in 3D visibile a computer.



Il file ricavato è stato poi trasferito all’azienda Partec di Parre BG (www.partec.it) per la parte di prototipazione rapida. In 24 ore il disegno 3D si è trasformato in una copia tangibile perfettamente identica all’originale. La tecnologia scelta per questo tipo di lavoro è stata la stereolitografia perché garantisce un’assoluta precisione dimensionale ed ottimi risultati estetici, requisiti indispensabili per la realizzazione di questo lavoro. Anche la macchina non è stata scelta a caso: la lavorazione è stata affidata alla Viper si2 SLA System che, tra gli impianti di stereolitografia installati in Partec è quello che ha la migliore definizione.



 Il prototipo in stereolitografia grigia realizzato da Partec sulla base della scansione 3D fatta al pezzo originale.
Il prototipo è stato successivamente riconsegnato al Museo dove il personale esperto ha ricavato la matrice per poter realizzare successivamente dei calchi.

Grazie al lavoro combinato di esperti del settore e di moderne tecnologie, si è arrivati ad ottenere la copia paleontologica identica all’originale, che è partita dall’aeroporto di Orio al Serio mercoledì 15 gennaio ed è atterrato a New York giovedì 16 Gennaio.




Diana Castelletti
Ufficio Marketing

Partec S.r.l.
Via Campignano 9
24020 Parre BG
Tel. 035705800

PALEONTOLOGIA: NUOVO METODO DI STUDIO DEI FOSSILI GRAZIE ALLE TERRE RARE

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L'immagine a falsi colori delle distribuzioni di ferro in blu e di due terre rare, neodimio in rosso e ittrio in verde. Si osserva come dal sincrotone la fluorescenza a raggi X mostra i dettagli anatomici non individuabili ad occhio nudo, come il cranio e le vertebre di questo pesce cretacico, di circa 100 milioni di anni fa - Credits: NCRS

Fino ad oggi la classificazione dei resti fossili rinvenuti appiattiti nella roccia è stata molto complicata, piena di difficoltà e talvolta segnata da errori di interpretazione. 
Un team che riunisce ricercatori del Centre National de la Recerche Scientifique, CNRS francese, il Musée National d'Histoire Naturelle, MNHN francese e il sincrotrone SOLEIL ha individuato un nuovo approccio per lo studio di questi particolari resti fossili, basato sull'uso delle terre rare. Questi elementi contenuti in tracce nei fossili, individuati e quantificati possono migliorare l'interpretazione del reperto, evitando metodi distruttivi per la preparazione del fossile. 

Durante il processo di fossilizzazione a causa di fenomeno di compressione delle rocce che può perdurare anche per milioni di anni i resti di animali e vegetali si comprimono appiattendosi e presentandosi ai paleontologi apparentemente in 2 dimensioni. Oltre all'appiattimento fisico di riduzione del loro volume, i fossili possono anche subire delle alterazioni chimiche che rendono ancora più difficile lo studio, sopratutto quando sarebbe necessario intepretare dei tessuti molli nascosti nei primi millimetri di roccia. La microscopia ottica e la tomografia, comunemente utilizzate sono tecniche in queso caso che pongono dei limiti per studiare con maggior precisione i reperti in esame.

Gli elementi chimici  come l'ittrio e i lantanidi sono presenti in tracce da 1 a 1000 microgrammi per grammo di materiale, variando nella loro quantità a seconda del tipo di tessuto fossilizzato. Quindi la fissazione di questi elementi rari permette di distinguere le varie parti anatomiche del reperto. La tecnica per osservare per contrasto i diversi elementi chimici a seconda del tipo di tessuto è quella di un'analisi probabilistica dei dati misurati con l'imaging di fluorescenza a raggi X rapida sotto raggi di sincrotrone. 

I reperti analizzati con questo metodo sono due pesci e dei gamberetti scoperti in Marocco del Cretacico superiore, di un età all'incirca di 100 milioni di anni fa. Questi contrasti hanno evidenziato e separato vari tessuti duri come ossa o valve e tessuti molli come muscoli o altre parti, scoprendo delle caratteristiche antomiche fino ad allora nascoste da un sottile strato di roccia.

Inoltre questo metodo di utilizzazione delle terre rare svela pure l'ambiente in cui il reperto si è conservato; in particolare le condizioni fisico-chimiche locali con la connettività alle reti idriche circostanti e le proprietà delle fasi minerali che compongono i fossili. 

Si aprono pertanto nuove prospettive per la Paleontologia, sia nell'interpretazione dei fossili appiattiti che per gli studi paleoambientali.


Fonte:
PlosOne

EUROPELTA CARBONENSIS: NUOVO GENERE DI ANCHILOSAURO - SPAGNA

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Ricostruzione dello scheletro di Europelta carbonensis - Credits: PLOS One
E' stata fatta in Spagna la scoperta sensazionale di un nuovo genere di dinosauro. I ricercatori inizialmente pensavano che appartenesse ad una specie già conosciuta di dinosauri corazzati, invece le ricerche paleontologiche hanno portato l'attribuzione di questo nuovo ritrovamento ad un nuovo genere di anchilosauro.

Lo studio pubblicato su PLOS One prende in considerazione due scheletri parziali della nuova specie chiamata Europelta carbonensis. Questi sono stati trovati nella miniera di carbone di Arino, vicino a Teruel nel Nord Est della Spagna, nella formazione rocciosa carbonacea di Escucha e risalgono all'Albiano inferiore del Cretacico. Era dinosauro erbivoro lungo almeno 15 metri, pesava 2 tonnellate e popolava le terre emerse della Tetide circa 110 milioni di anni fa.

Fino ad oggi in Europa erano stati ritrovati soltanto poche altre specie di anchilosauri in Austria, in Romania e in Francia e le attribuzioni allo stesso genere Struthiosaurus erano state svolte grazie a resti frammentari ed elementi isolati dello scheletro. Questo nuovo genere presenta delle differenze peculiari rispetto al genere Struthiosaurus, considerato un nodosauride primitivo: una curvatura molto accentuata dalla schiena alla testa, mai riscontrata precedentemente negli altri generi della Famiglia Nodosauridae.

Le differenze con i suoi cugini americani fanno ipotizzare che l'Europa fosse già isolata dal Nord America 110 milioni di anni fa e non come supposto finora, che la separazione tra i due continenti fosse avvenuta appena 80 milioni di anni fa.


Fonte:
PLOSone

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